In una comunità ben gestita (la coppia, la famiglia, il Comune, lo Stato) se i genitori hanno fatto errori e ci hanno messi in mezzo a una montagna di debiti, si riuniscono i suoi componenti e si dice chiaro: "qui non ci sono più soldi e se non smettiamo di spendere per quelle cose che fino ad oggi ci sembravano irrinunciabili, e non ci mettiamo contemporaneamente d'impegno a produrre più soldi e più entrate a breve ci troveremo senza più i mezzi per produrre reddito e senza più soldi per pagare i debiti e allora i nostri creditori si prenderanno noi e i nostri averi e il futuro dei nostri figli."

Nelle famiglie è più semplice da capire anche perchè ci sono meno pareri da gestire. Ma nello Stato, anche se in modo più complicato, è esattamente lo stesso. Quello che tutti gli economisti di tutto il mondo e di tutte le epoche ci insegnano è che se i tuoi guadagni non bastano neanche a pagare i debiti la prima cosa che devi fare è azzerare i debiti, tranne quelli funzionali alla produzione del reddito. Non si scappa. Come si fa ancora a dire che bisogna smettere di tagliare le spese, soprattutto se si tratta delle spese abnormi della burocrazia italiana?. La nuova pseudo sinistra andata al potere oggi ci ripropone le stesse ricette fallimentari che ci hanno portati fin qui. Facile fare il welfare con i soldi dei nostri figli. Ma quando ci siamo giocati anche quelli dei nostri nipoti riusciremo forse a prendere atto che siamo diventati poveri e che con le pezze al culo dobbiamo ricominciare a lavorare per garantire la sopravvivenza a noi e un futuro ai nostri figli? E che soprattutto dobbiamo smettere di assegnare i soldi a chi non lavora?