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La storia non può essere letta con spirito di parte. La storia è indifferente. Sta a noi conoscerla con spirito oggettivo, altrimenti diventa strumento di fazioni. Ed infatti ci vuole poco ad interpretarla in modi opposti a seconda del lato da cui la si guarda. Detto questo intendo chiarire che non sono a favore degli USA, anche se sono la culla della civiltà moderna, e la nazione nella quale la democrazia moderna ha visto la sua più completa applicazione, mentre lo stesso non può dirsi della Russia, che mai ha conosciuto la democrazia. Chiarito questo è facile arrivare a capire che errori sono stati fatti dalle democrazie occidentali e anche dalle oligarchie comuniste. Non intendo schierarmi con l'uno o con l'altro anche se sono nato comunista. Penso però che, senza andare lontanissimo, la situazione attuale è figlia della spartizione fra i vincitori delle spoglie dell'Europa dopo la seconda guerra civile europea, che qui chiamiamo seconda guerra mondiale. Comunismo e Capitalismo, sempre secondo me, qui non c'entrano niente ( e meglio così perchè non reggerei una trattazione di comunismo e capitalismo fatta su facebook). C'entrano invece gli equilibri fra due grandi nazioni che pensavano di essersi spartito il mondo e si sono accorte che la cosa non è così semplice. Prima di tutto per l'apparizione della Cina sullo scenario mondiale e poi perchè, messe di fronte alla povertà offerta dal comunismo, molti Stati dietro la cortina di ferro hanno guardato all'occidente e alla sua promessa di ricchezza. Sono i soldi, quindi. Sempre i soliti soldi. E d'altra parte si può biasimare chi aspira a vivere in condizioni più agiate? E quando il muro è crollato, colpa di Gorbacev?, evento inevitabile?, I più hanno voluto scrollarsi dall'imperialismo russo. Non che altri imperialismi fossero migliori ma qui stiamo parlando di questo. Paesi baltici, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Ucraina ( e aggiunga lei quelli che dimentico) si sono rivolti all'Europa della quale fanno parte e dalla quale erano stati staccati dopo la guerra e l'occupazione russa. L'Ucraina è uno di questi Paesi. Ma la Russia non può far uscire anche l'Ucraina dalla sua sfera d'influenza. Perchè confina direttamente e perchè ha gli sbocchi al Mar Nero che la Russia altrimenti non ha. L'Ucraina inoltre è ricco di risorse naturali. E' indubbio che l'Occidente ha messo lo zampino nel desiderio di emanciparsi dal suo ingombrante e incombente vicino. Ma è anche indubbio che l'Ucraina non vuole più stare nell'orbita della Russia. Senza l'occidente sarebbe schiacciata dalla Russia di Putin ma prima o poi si libererebbe lo stesso. Gli autoritarismi non sono mai durati a lungo.
Per concludere, se riesco e prima che una nota diventi un trattato che non posso e non voglio svolgere su questo palcoscenico, La Russia vuole continuare ad essere influente sugli stati dell'ex Patto di Varsavia i quali a loro volta si vogliono liberare da questa morsa stritolatrice. Per entrambi si tratta di vita o di morte. Ecco perchè non può esserci pace. La pace la possiamo invocare solo noi che grazie a questi equilibri dal dopoguerra viviamo in una condizione di relativa tranquillità che non esiste in nessuna altra parte del mondo. E che per questo motivo abbiamo creduto di vivere in un mondo migliore. Chiedetela a Putin, la pace, e sentiamo cosa vi dice. Chiedetela agli Ucraini, e sentite cosa vi dicono. Noi Europei, dal canto nostro, abbiamo bisogno di garantire la nostra sicurezza e il nostro sistema di vita. Per noi è vitale che l'Ucraina resti indipendente e libera, dalla Russia come dagli USA nel momento in cui la Russia ci attacca apertamente e gli USA si sfilano, o dichiarano di volerlo fare, dall'Alleanza Atlantica. I motivi sono molteplici, il principale dei quali è quello che la politica di Putin prevede di tornare a poggiare il suo stivale sul collo di Polonia, Stati baltici, Finlandia, Svezia, per sua diretta ammissione. E di fronte a questo, se riconosciamo di essere Europei, non ci resta altro che accelerare un processo di unione che va avanti stancamente da fin troppo tempo e ci rende deboli. E i grandi potentati mondiali capiscono una legge sola che è quella della forza. Se l'Europa non è in grado di opporre la forza alla forza è finita. E, egoisticamente. io non voglio che la mia Patria finisca sotto le grinfie di questi. Voi naturalmente continuate a sfilare nelle nostre piazze invocando la pace come se dovessero darvela per diritto. E' un motivo nobile. Ancora più nobile sarebbe se fosse fatto alla maniera Gandhiana, magari andando al fronte e schierandosi davanti ai carrarmati (pardon, ai droni) che si fronteggiano in Ucraina. Io comincio a prepararmi al peggio, con paura ma anche con la determinazione di non voler vedere la mia terra in mano a chi vuole toglierle la libertà. Ultima cosa: Pericolo nucleare? Il mondo (non solo USA e Russia) ha sufficienti armi nucleari per essere distrutto centinaia, migliaia di volte. Quello che ne ha impedito l'uso è proprio la consapevolezza che l'altro è altrettanto capace di distruggere te di quanto sei capace tu di distruggere lui. Guai a stravolgere questo equilibrio, soprattutto quando al comando delle due potenze maggiori ci sono Putin e Trump. Abbiamo bisogno di più Europa, un'Europa forte ed equidistante dalle altre potenze, non di un'Europa più debole e smilitarizzata. Triste ma non esiste alternativa.
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rilevo da parte della nostra sinistra pacifista, come da parte della sua omologa di destra, l'assenza di una proposta su come comportarsi davanti al l'aggressione russa. La pace la vogliamo tutti. È stata anche la ragione per cui ottanta anni fa si cominciò a pensare alla UE come unione dei Paesi Europei che si promisero di mai più scendere in guerra l'uno contro l'altro. Questo ha garantito solo all'Europa 80 anni di pace relativa mentre in tutto il resto del mondo si continua a guerreggiare per i soliti motivi. Prima o poi la guerra doveva tornare a coinvolgerci. Ed ora che uno Stato Europeo viene attaccato da uno dei potenti (anche questo relativo) l'unica proposta che leggo è quella di consigliarlo di arrendersi? In nome della pace? Ma neanche Gandhi, troppo spesso impropriamente chiamato in causa, intendeva questo quando parlava di pace. Troppi anni di pace hanno probabilmente annebbiato il cervello di alcuni. Tralasciamo magari quelli che ne parlano perché prezzolati, ma come è possibile che in Italia si riesca a giustificare la resa a una aggressione? Ucraina è Europa e una aggressione all'Ucraina è aggressione all'Europa. Quando quasi un secolo fa gli Stati nazionali europei prostrati da una guerra fratricida convennero che da soli non contano nulla e che solo uniti possiamo costruire la pace avevano ragione. Ora che dobbiamo dimostrare di voler continuare a perseguire quel sogno ci rifugiamo nel nostro cortile sul retro? Troppo benessere ci ha annebbiato il cervello? Possiamo girargli intorno quanto vogliamo ma solo l'Europa Unita può permetterci di perseguire la pace. Certo è un progetto ancora in costruzione e la strada è lunga. Ma senza questa base gli Stati europei non hanno futuro e sono destinati a cedere alle mire di qualunque prepotente si faccia avanti. Se è questo che vogliamo per noi e i nostri figli che si abbia almeno il coraggio di riconoscerlo, senza ideologie e senza retorica. I pacifinti ci dicano come vogliono ottenere la pace e smetterò di chiamarli tali
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Signor presidente degli Stati Uniti d’America, Gli USA sono la patria, se non della cultura ( che è molto precedente) almeno della libertà e della democrazia nel mondo occidentale. In tempi tristi per questi principiì gli Stati Uniti hanno dato un enorme contributo, economico e in termini di vite umane, alla loro difesa quando sono stati messi in dubbio dalla pazzia sanguinaria di chi che per un breve periodo buio della storia d’Europa ha creduto di sostituire ad essi il principio del governo ottenuto grazie alla forza. La culla del pensiero filosofico che per la prima volta ha dato luce a idee come quella di libertà, uguaglianza, fraternità ha rischiato seriamente di essere abbattuta in nome dell’idea del diritto basato sulla forza. Nel corso di questo scontro gli USA nati da quelle idee, da quel pensiero filosofico illuminista, gli Usa di Franklin. Lincoln, Jefferson hanno ristabilito con la loro forza i principii del moderno occidente messi in pericolo. Da quei giorni l’Occidente, e soprattutto l’Europa messa in ginocchio da una tragica guerra, si sono convinti che la fratellanza fra i popoli è un principio irrinunciabile della civiltà. Il mondo dei blocchi uscito da quella guerra, però, avrebbe dovuto convincere tutti che le due superpotenze vittoriose sarebbe state troppo impegnate a fronteggiarsi per ricordarsi di queste quisquilie filosofiche. L’Europa soprattutto ha sognato che il modello di pacifica e fraterna convivenza conseguito fosse più che un’isola nel mondo, mentre invece il mondo continuava a rimanere indietro con le sue logiche dei blocchi contrapposti. Lei. Signor Presidente, ha voluto svegliarci da questo sogno e ricordarci che comunque siamo stati sconfitti in quello scontro e che non abbiamo altra scelta che essere vassalli di una o dell’altra superpotenza. Se da una parte la Russia di Putin pretende di avere giurisdizione su tutti gli Stati ex sovietici che ritiene vassalli all’interno della propria area di influenza Lei ci ricorda che per gli USA a sua presidenza l’Europa non sovietica era e resta vassallo degli USA e che chi non condivide questa visione va senz’altro considerato nemico.
Noi siamo invece ogni giorno più convinti che l’Europa non può più essere schiava delle mire di due imperialismi. Che gli Stati che la compongono o che desiderano farne parte debbano avere il diritto di decidere la propria politica, di non dover essere costretti a scegliere di stare con l’una o con l’altra delle due potenze. L’Europa pretende di essere indipendente e di trattare alla pari con chiunque. L’Europa Unita ha la forza politica economica e militare di farlo e intende usarla, se necessario, per far valere le proprie ragioni. Per questo ogni attacco ad uno degli Stati che la compongono o che decidono democraticamente di farne parte sarà considerato come un attacco all’Europa stessa.
L’Europa rivendica il suo stato di culla della civiltà e del diritto e all’interno dei suoi confini lo difenderà da qualunque aggressione economica, politica o militare. L’Europa considera suoi amici tutti gli Stati che condividono i suoi principii di pacifica convivenza e all’interno dei propri confini non tollera attacchi a quelli che ritiene valori irrinunciabili.
L’Europa ha sognato forse troppo ottimisticamente che i suoi siano valori universali ma crede fermamente ad essi e al sogno di una comunità mondiale su di essi fondata. Nessuno ci priverà di questo sogno. Lo tenga bene in mente chi crede di poterci dare ordini.
Questo è forse quello che avrebbe potuto dire ieri Zelenski se non fosse stato interrotto ogni volta che gli venivano poste delle domande. Ma questo è soprattutto quello che vorrei sentir dire oggi dalle autorità di un Europa ancora troppo succube e non ancora conscia della forza che avrebbe se finalmente decidesse di essere unita. Europa Unita, unica possibilità di difendersi dalle mire per niente nascoste della Russia di Putin e degli USA di Trump. Senza dimenticare che nel mondo anche altre nuove potenze e nuove tentazioni di egemonia si stanno facendo largo.
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Per favore, ridate un partito ai democristiani. Toglierceli di torno è impresa impossibile ma almeno ci aiuterebbe sapere dove stanno ed appoggiarli (chi vuole) o evitarli, se possibile.
Rebus sic stantibus la situazione non è sopportabile. Ovunque si crea uno spazio politico che anche lontanamente possa promettere qualche posizione di potere li trovi lì in agguato e presto nelle stanze dei bottoni. Il capolavoro lo hanno fatto occupando il PD che una volta era la casa dei comunisti italiani. Ma non si fanno mancare nulla, sono di bocca buona (purché se magna…). E così, buoni buoni, ce li ritroviamo dappertutto, anche in Rifondazione Comunista il cui segretario ormai inneggia al papa senza nessuna vergogna. Ma senza arrivare a certi estremi cosa dire della foresta dei partiti e partitini di centro tutti occupati? Per non parlare di +Europa, nata da un progetto di eminenti figure radicali che si ritrova nei posti dirigenziali una serie di baciapile che nemmeno ai tempi di Fanfani.
Ecumenisti, stanno dappertutto, mascherati da liberali, laici, libertari, progressisti.
In favore del progresso ma con accortezza, dei diritti civili tranne quelli pericolosi, delle libertà purché non vadano contro il vangelo.
E finisce che se sei distratto ti ritrovi, senza saperlo, a votarli.
Per favore, trovategli una casa prima che si impadroniscano delle nostre e ci buttino fuori.
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L'Europa è un sogno.
La sua origine, nei tempi moderni, non è così difficile da individuare. Al cospetto delle macerie della seconda guerra mondiale i governanti di quella che era stata la culla della civiltà si guardarono in faccia e non poterono fare altro che prendere atto del fallimento di una politica di contrapposizione fra comunità così simili. Gli Stati moderni di quella porzione geografica che siamo soliti definire Europa, partiti tutti senza distinzione dalle comuni radici romaniche, dovevano alla fine realizzare che sono molte più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono. Che lo si voglia riconoscere o no siamo un unico popolo che le distanze allora troppo grandi hanno dotato di lingue differenti e che si sono dotati di statuti differenti. Distanze che però abbiamo verificato essere colmabili senza difficoltà. Ed è proprio questo che gli europei hanno capito dopo l'ennesima guerra che li ha messi gli uni contro gli altri.
SIAMO UN ' UNICO POPOLO
Da questa considerazione è nato il trattato di Roma che ha istituito l' Unione Europea. Il tentativo di riunirsi in un'unica entità con comuni intenti. La storia dell'Europa unita è lunga e faticosa e molto lontana dal dirsi compiuta, soprattutto quando gli interessi localistici periodicamente tendono a prendere il sopravvento, soprattutto quando le differenti velocità di sviluppo rendono difficile l'integrazione fra i diversi membri dell'unione. Soprattutto quando le evidenti disparità di azione amplificano le differenze invece che portare la governance ad amalgamare il processo di unione. C'è da lavorare ancora, e molto. Ma lo si può fare solo se continuamente e periodicamente continuiamo ed insistiamo a ricordare ai cittadini europei di qualunque nazionalità che al di là di ogni problema contingente il fine di questa ciclopica impresa è quello di riconoscerci, una volta per tutte, fratelli.
Dalla prima formulazione dell'Unione è passato, bisogna ammetterlo, fin troppo tempo. Le logiche finanziarie hanno forse preso il sopravvento sull'ideale. Ben venga perciò chi denuncia ogni deviazione dal progetto originario. Per tornare all'origine, però, e non per stravolgerlo o cancellarlo.
SIAMO UN 'UNICO POPOLO
E a partire da questa considerazione è davvero naturale cercare di trovare il metodo comune di governo. Cominciando dal superamento del cosiddetto sovranismo. Dobbiamo una volta per tutte realizzare che siamo un' unico popolo tenuto separato fin troppo a lungo. Insieme dobbiamo darci un governo. Insieme dobbiamo arrivare all'unione dei popoli europei in un'unica entità. Insieme siamo forti e immuni da tentativi autoritari che sempre ci minacciano in casa nostra.
Tutto questo stabilito bisogna stare molto attenti ad evitare che il nostro europeismo non diventi un sovranismo più allargato.
L'Europa Unita non può e non deve essere che una prima tappa di un percorso verso il Mondo Unito. I popoli della terra sono tutti appartenenti ad un'unica razza, quella umana.
E' fondamentale non perdere di vista questo concetto.
Qualunque rivendicazione che prescinda da ciò è in partenza condannabile.
Vogliamo tutti, anche se ognuno lo dice in maniera diversa, vivere in una società che permetta, per quel poco che ci è dato di viverla, la FELICITA'.
A questo scopo dobbiamo volgere, tutti quelli che in esso si riconoscono, i nostri sforzi e le nostre azioni.
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radicalismo
le mie simpatie radicali sono note. E comunque mi sembra giusto rimarcarle per chiarire il mio punto di vista in politica. C'è da precisare però che per me il Partito Radicale non è quello che Pannella ha creato, cavalcando da vampiro istanze più profonde e più serie di quelle da lui proposte. Il perchè di questa posizione cercherò di spiegarlo qui
ateismo e laicità
la sceltà di non appoggiare qualunque superstizione comprese le religioni, strumento di sopraffazione di pochi furbi nei confronti di molti sciocchi facendo leva sulle paure inconscie dell'Uomo è scelta eminentemente politica. Qui cerco di dare il mio contributo, esponendo le mie opinioni ma nel rispetto di quelle altrui, in piena logica di laicità